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MOSCATO (anche sfuso)

moscato
Disponibile dal 15/12/23

 

Il Moscato dolce (chiamato anche vin di pomm)

Questo vino era già molto diffuso presso i greci e i romani: il Muscatellum, che giustamente resinato accompagnava le copiose libagioni dei popoli latini.

Dagli ultimi studi scientifici pare infatti che moscato sia stata proprio la prima uva ad essere coltivata, cioè la progenitrice di tutta la viticoltura attuale, dalla quale sono derivate tutte le infinite varietà oggi conosciute.

Oggi il moscato bianco ha trovato la sua zona di elezione a sud del Piemonte. Una striscia collinare di cinquantadue piccolissimi comuni contigui appartenenti a tre province: Asti, Cuneo, Alessandria. Un territorio con altissima vocazione vitivinicola.

Quest’uva, gialla dorata a maturazione, ogni anno attorno al 15 settembre viene pigiata come si faceva nel seicento. Si usano cioè pigiatrici per una spremitura soffice, e subito vengono separate le parti solide, bucce e graspi, con torchi a delicata pressione, ad aria o ad acqua, per rispettare l’integrità dell’uva. Il succo ottenuto viene quindi trasferito in recipienti di acciaio inox, dove viene mantenuto al freddo alla temperatura di 0 gradi centigradi, per impedire la fermentazione.

Il mosto di Moscato può poi avere due denominazioni, cioè due vini a d.o.c.g. (denominazione d’origine controllata e garantita), che si fregiano su ogni bottiglia del sigillo di garanzia dello Stato. Il Moscato d’Asti (dolce e poco frizzante) e l’Asti (poco dolce e frizzante, cioè uno spumante metodo Martinotti). Due vini speciali, nel senso che posseggono una buona percentuale di zuccheri non fermentati. Non risultano comunque stucchevoli, in quanto il dolce si sposa con un insieme armonico, dovuto ad una giusta vena acida e, in particolare, all’aroma inimitabile dell’uva di origine. Un aroma primario che si mantiene in virtù delle zucchero presente; un aroma muschiato, delicato ed intenso, che ricorda i fiori del glicine e di tiglio, la frutta come pesche e albicocche, con un sentore leggero di limone e fiori di arancio.

L’ Asti è uno spumante unico al mondo, nel senso che si ottiene a partire da quel mosto d’uva e non da vino fermentato come per tutti gli altri spumanti. Un prodotto importante, prestigioso, in linea con le attuali tendenze del consumo, proprie per il suo basso contenuto alcolico di appena sette gradi.

Entrambi si accoppiano perfettamente con tutte le torte e la pasticceria fresca o secca.

L’Asti e il Moscato d’Asti hanno varie occasioni di consumo, dal brindisi al dopocena. E grazie a quel meraviglioso aroma muschiato dell’uva di origine, sono adatti anche essere vissuti come un modo di bere giovane, moderno e leggero.

I bicchieri per l’Asti sono tradizionalmente la coppa, mentre le tendenze attuali puntano alla flute. Per il Moscato d’Asti, non essendo uno spumante, si predilige invece forme meno radicali, con calici meno allungati e più ampi alla base.

Il Moscato d’Asti va degustato alla temperatura di circa 9/10 gradi centigradi, l’Asti prevede invece una temperatura di servizio leggermente più bassa: 7/8 gradi.

Salute!

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